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Inter in Wonderland: sapore di sale (in zucca?)

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L’Inter entra in campo a Cesena con la testa già in vacanza e una formazione né carne né pesce. La verve dei primi 45 minuti fa nascere prepotentemente il sospetto nelle menti meno innocenti di un biscottone magico: un punto per uno e affari in vista per il prossimo mercato da salvezza del Cesena con tanti nostri giovani da mettere in vetrina.

Sul campo solcato da chiari messaggi per extraterrestri l’unico mini schema dell’Inter è quello di crossare grazie ai rari momenti di lucidità di Maicon per un giocatore che non è in campo (il Pazzo). Poi c’è sempre lo schema Sindaco Motta perdi la palla e innesca il contropiede avversario, ma non sono sicuro che questo fosse studiato a tavolino. Per il resto si sente solo il rollio del mare e il fruscio della brezza sulle dune di sabbia.

Quando all’inizio del secondo tempo non si cambia nulla dell’11 iniziale i casi che affiorano alla mente del tifoso nerazzurro sono due: o Leopardo ha il cervello colonizzato da criceti che girano su una ruota e passa il tempo a chiedersi cos’è quel rumore a livello del lobo parietale, oppure ci siamo veramente messi d’accordo per un biscottone galattico.
Poi dal nulla, cross sapido e piattone in fuorigioco di Budan (al primo gol stagionale all’alba della 35esima giornata, ringrazi la nostra capacità di resurrezione dei cadaveri) per lo svantaggio casuale. Conciati come siamo in campo non potremmo rimontare mai. Fortunatamente ci pensa Ceccarelli che abbatte quella nullità di Darko Pandev e obbliga Leopardo a un cambio: finalmente dentro il giocatore che può raccogliere i cross, con Milito largo a destra nel suo ruolo naturale (sic!) e Eto’o con la voglia di muoversi di un pinguino nella giungla.

La reazione è talmente veemente che Leopardo pensa bene di tirare fuori un Motta inguardabile per il kenyota stanco, l’unico africano con la fisicità di un paguro bernardo. Se potesse giocare da fermo non sarebbe neanche male, ma il calcio è diverso dal subbuteo. Cazzeggiamo ancora per 30 lunghi minuti. Però qualcuno (non certo Leonardo) si deve accorgere che gli unici due cross che abbiamo fatto nel secondo tempo – perché ovviamente è fuori discussione che quando il Pazzo è in campo non si crossi più – sono raccolti e sparati fuori dall’ex doriano. Eto’o e Maicon ci graziano con due cross perfetti per la doppietta del Pazzo che ci regala un’insperata vittoria.

L’unica soddisfazione è quella di non consentire alle merde di festeggiare a casa loro. La grande domanda è perché Coutinho non possa giocare manco queste partite prive di alcun rilievo nel bilancio della nostra stagione: forse settimana prossima contro una squadra senza alcuna motivazione se non quella di romperci le palle, con tre o quattro centrocampisti fuori per squalifiche e infortuni, ce la faremo a vederlo in campo? Per il resto le risposte dal rettangolo verde sono vere e proprie sentenze: i giocatori sono già in vacanza e Leopardo non è e non sarà mai un’allenatore perché non è in grado di gestire minimamente la tensione andando sempre e completamente nel pallone. Nella vita a volte bisogna accontentarsi e quest’anno con due titoli in saccoccia e tanti sogni ci tocca trascinarci fino alla 38esima giornata. Amen.


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